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Rivista — 01.01.2019

Donne sul piede di guerra. E allora “tremate, tremate, le streghe son tornate!”

“Tremate, tremate, le streghe sono tornate!”. Difficilmente uno degli slogan più famosi delle lotte femministe degli anni Settanta riecheggerà nelle piazze e per le strade svizzere il 14 giugno, in occasione dello sciopero nazionale indetto per richiedere una vera parità tra donna e uomo. Eppure sarebbe perfetto per indicare la volontà di fare gruppo perché le streghe, si sa, traggono la loro forza anche e soprattutto dall’unione dei loro poteri individuali. Allora diventano davvero potenti. Ed è un aspetto che troppe volte si trascura, quello della collaborazione e del sostegno tra donne. Si potrebbe ottenere molto di più da una società a trazione fortemente maschile, per non dire maschilista, se le donne si sostenessero invece di farsi la guerra, se si alleassero invece di rincorrere piccoli vantaggi personali. Non bisogna inventare chissà quale strategia, basta guardare quello che fanno gli uomini quando hanno a che fare con donne che potrebbero superarli nella rincorsa a un avanzamento di carriera, ad esempio. Allora fanno squadra, si spalleggiano, al grido di “tutti per uno e uno per tutti” (erano moschettieri... uomini) e spesso vincono. Le donne, invece, imitano i capponi di Renzo che, nonostante siano accomunati dallo stesso triste destino, si azzuffano e si beccano.

Ecco, lo sciopero del 14 giugno dovrebbe essere l’occasione per manifestare non solo contro chi non ha ancora deciso di mettere in pratica quanto stabilito dalla Costituzione e rivendicare il diritto di essere trattare in maniera paritaria, ma anche per mostrare che le donne sono capaci di collaborare, che sanno guardare fuori dal proprio orticello personale a favore di un obiettivo ben più alto e importante. E che possono farlo non per favorire semplicemente un’altra donna ma, e sta qui la principale differenza con le strategie maschili, per sostenere le capacità e le competenze che l’altra metà del cielo spesso dimostra di avere e di saper usare meglio degli uomini. Chi scrive non può chiamarsi femminista, proprio no. Negli anni Settanta mai è scesa in piazza preferendo andare a lezione, in un’università milanese ben poco politicizzata. Eppure in quelle aule ha imparato che bisogna difendere il merito, che le donne devono farsi valere per quello che sanno e che sanno fare, non perché sono donne. Niente quote rosa, non servono. Serve invece impegno, determinazione e voglia di battersi per i propri diritti. E allora che si senta forte quell’avvertimento: ”Tremate, tremate, le streghe son tornate!”.

Nunzia Conte Giacometti

Sommario

  • Editoriale
  • Sciopero 14 giugno
  • Scuola al femminile
  • La scuola é donna
  • Pasti dei maestri
  • Riflessioni sulle riforme
  • Pisa 2015
  • Diario di un docente
  • 100 anni di OCST

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